Un pezzo di stoffa, macchiato di un rosso sbiadito. E’ il sangue di un dei papi più amati della storia. Sangue rimasto impresso sulla camicia che Giovanni Paolo secondo indossava il 13 maggio dell’81, quando in Piazza San Pietro, Ali Agca, killer turco professionista, sparò due colpi contro Karol Wojytyla.
La reliquia è arrivata in Irpinia ed è stata esposta presso la chiesa del duomo della città capoluogo. Folla di pellegrini e autorità per rendere omaggio a quel pontefice che fino all’ultimo respiro ha voluto testimoniare, anche attraverso la sofferenza, la fede in Dio.
In occasione dell’ostensione della reliquia, è stato presentato il libro: ‘’Giovanni Paolo II, linee di un pontificato’’, scritto da Mario Agnes e Michele Zappella.
All’incontro ha partecipato il cardinale di Napoli Crescenzo Sepe.
Vita di un papa, ma non solo. Sua eminenza ha affrontata anche i temi dell’attualità. Dal disorientamento dei giovani, alla necessità di trovare una via d0uscita dalla crisi che oltre ad essere economica e sociale, è anche una crisi di valori.
Sepe ha affrontato anche la vicenda dell’Isochimica, la fabbrica dei veleni di Pianodardine usando parole durissime: ''E' un crimine contro Dio e contro l’etica’’.
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