Dal comitato conro le trivellazioni in Irpinia riceviamo e pubblichiamo:
''La questione petrolio in Irpinia attraversa una fase di stallo assai pericoloso dopo mesi di incalzanti prese di posizione politiche ed interessati appelli delle forze più in vista della società civile irpina.
Il progetto del pozzo esplorativo Gesualdo-1 attende ancora una valutazione da parte della commissione ambientale, e si è ancora in attesa che tutte le istituzioni interessate trasmettano i pareri, loro richiesti dall’U.m.n.i.g Campania, per il completamento dell’iter autorizzativo.
Dopo il tam tam della campagna elettorale per le politiche, la questione petrolio sembra essersi bloccata in un vicolo cieco, e nonostante gli appelli e le azioni di protesta, nessuno dei parlamentari irpini e dei consiglieri regionali sembrano avere rilanciato la questione sui tavoli istituzionali ed all’attenzione delle commissioni tecniche interessate dalle valutazioni sul progetto.
L’attesa adesso, si carica di ansie e di preoccupazioni, e cresce il timore di qualche blitz balneare che ribalti la situazione.
Il Comitato No Triv segue la vicenda quotidianamente mettendo in guardia cittadini e le istituzioni sui rischi per l’ambiente e per la società irpina nella malaugurata ipotesi dell’avvio delle ricerche petrolifere nella nostra terra.
Una Provincia quella di Avellino, già in ginocchio a causa della crisi, che potrebbe trovarsi d’un tratto trasformata in un deserto senza speranze, dove le virtù ambientali potrebbero diventare agnelli sacrificali da immolare sull’altare delle esigenze energetiche di una nazione, che adesso come non mai, volta le spalle alle aree interne destinando loro prospettive di sola decrescita sia economica che sociale.
Questa prospettiva non può lasciare indifferenti, e quindi è quanto mai doveroso, chiedere e sollecitare la politica a prendere una posizione finalmente chiara e consapevole.
Agli Onorevoli D’Agostino, De Mita, Famiglietti, Giordano, Paris e Sibilia poniamo 3 DOMANDE su quello che sarà il loro impegno per l’Irpinia e chiediamo un impegno deciso a muovere, presso le istituzioni parlamentari, atti ed iniziative per la risoluzione della vicenda petrolio.
La chiave di volta è a Roma tra le aule parlamentari e i consigli di gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico.
1° DOMANDA :
Dopo decenni di cattive politiche di sviluppo, caratterizzate piani programmatici illogici e inconsistenti, l’avvio delle trivellazioni petrolifere e l’eventuale successivo utilizzo delle aree industriali della Valle Ufita per le collegate attività di stoccaggio e smistamento del greggio, potrebbe trasformare radicalmente la già fragile economia irpina.
L’Irpinia: Terra da valorizzare attraverso le sue risorse ambientali o terra da destinare a sole politiche di sfruttamento???
2° DOMANDA
L’Irpinia è terra d’acqua con il bacino idrico più importante del Sud Italia. Il Petrolio e la sua industria potrebbero esporre ad un forte rischio la stessa potabilità delle acque.
Quali sono i reali piani di salvaguardia e tutela delle sorgenti irpine???
3° DOMANDA
L’Irpinia ogni anno, registra l’aumento consistente del numero dei laureati e dei giovani altamente formati. Allo stesso tempo, l’Irpinia detiene poco invidiabili primati per la disoccupazione e per i casi di emergenza sociale.
L’avvio delle trivellazioni petrolifere, con il conseguente indotto industriale, potrebbe andare ad alterare la produttività e lo sviluppo di quelle positive realtà di crescita e sviluppo legate alle produzioni agricole di qualità, al turismo sostenibile, alle produzioni artigianali ed industriali ed anche al settore dei servizi al cittadino.
Quali sono i reali piani di investimento e sviluppo in campo per il rilancio dell’Irpinia???
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