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Petrolio, il Governo non ferma le trivelle: ''L'iter va avanti''. Interpellanza dei deputati irpini

Alla camera dei deputati si è discussa l'interpellanza parlamentare urgente promossa dai parlamentari irpini sulla questione petrolio in Irpinia. Il deputato democratico Luigi Famiglietti ha prospettato lo scenario provinciale su cui incombre il progetto Nusco e il pozzo Gesualdo 1, chiedendo se i Ministri interpellati non ritengano opportuno prendere atto della volontà contraria espressa dalle istituzioni e dai comitati locali e interrompere la procedura autorizzativa del progetto. All'interpellanza ha risposto il sottosegretario al Ministero Sviluppo Economico Simona Vicari. 

ECCO UNO STRALCIO DELLA RISPOSTA DEL SOTTOSEGRETARIO
«Capisco la grande sensibilità, l'interesse e la preoccupazione dei territori; è giusto che ci si e si mantenga un'alta attenzione su quello che avverrà. Tuttavia, i procedimenti, purtroppo, per legge non possono essere interrotti, ma conclusi, negativamente o positivamente, e, qualora si dovesse verificare un interesse particolare di quantità e soluzioni eventuali che possono trovarsi senza compromettere le ragioni, anche geofisiche, nel territorio dell'Irpinia, saremo tenuti obbligatoriamente a valutarli insieme non soltanto alla regione, che ha una parte da protagonista nel procedimento, ma, soprattutto, con l'obbligo di tenerli presenti e di sentire, in fase di valutazione, anche i territori interessati». Ad affermarlo è il sottosegretario al Ministero per lo Sviluppo Economico Simona Vicari che ha risposta stamane all'interpellanza parlamentare urgente promossa dai parlamentari irpini sulla questione petrolio in Irpinia. Il deputato democratico Luigi Famiglietti ha prospettato lo scenario provinciale su cui incombe il progetto Nusco e il pozzo Gesualdo 1, chiedendo se i Ministri interpellati non ritengano opportuno prendere atto della volontà contraria espressa dalle istituzioni e dai comitati locali e interrompere la procedura autorizzativa del progetto. Il Mise risponde “picche”, anzi si andrà avanti essendo di fronte ad un sondaggio del sottosuolo anche per comprendere le risorse a disposizione dello Stato italiano. Altresì, la senatrice Vicari fa riferimento anche al nuovo decreto legge in materia in cui si prevedono ingenti compensi economici da destinare agli enti territoriali: «Nei prossimi decreti-legge, che spero arriveranno in Aula al più presto, ci saranno delle norme che liberalizzeranno la conoscenza delle quantità di carbonio presenti nel nostro sottosuolo; in quella logica si farà una valutazione complessiva, e si riterrà di andare avanti su ciò che è più opportuno da un punto di vista, non soltanto economico, ma anche di impatto ambientale, o dove fermarsi. Il decreto-legge che è stato appena emanato va verso questa direzione sulle zone a mare è pronto alla firma conclusiva del nostro Ministro, che finalmente può restituire ai comuni interessati – non per le perforazioni, ma per le attività – una parte ingente di risorse. Tali risorse, tolte dalle casse dello Stato e destinate agli enti territoriali, obbligatoriamente dovranno essere destinate ad infrastrutture, a bonificare o a creare occupazione nei territori, non soltanto nel comune, ma in un raggio complessivo di comuni limitrofi, con ingenti risorse».
UN PASSAGGIO DELLLA REPLICA DI FAMIGLIETTI ALLE PAROLE DEL SOTTOSEGRETARI
In conclusione all’interpellanza, il deputato Luigi Famiglietti esprime soddisfazione per la risposta della Vicari in merito “alla partecipazione, trasparenza, garanzie di sicurezza”, al contempo però evidenzia che «l'Irpinia è un territorio che sta dando molto dal punto di vista energetico, sotto forma di energie rinnovabili: siamo forse la provincia italiana che presenta più impianti eolici e più impianti da fotovoltaico. Gradiremmo, quindi, che il Governo, in ottemperanza al pacchetto clima-energia 20-20-20, si impegni sempre di più sul fronte delle rinnovabili, rinunciando magari alle estrazioni del fossile. Il verde dei boschi e il blu dell'acqua sono infatti due dei colori di un arcobaleno che si chiama “speranza di un futuro diverso”, che tutti noi, soprattutto noi che abbiamo funzione di rappresentanza istituzionale, abbiamo il dovere di costruire insieme, partendo dalle ragioni delle comunità».

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