Contrariamente a quello che si immaginava e a quanto anticipato dagli organi di informazione, ieri non è approdato presso il Consiglio dei Ministri la bozza dei decreti per la soppressione dei cosiddetti tribunali minori e del riordino complessivo della geografia giudiziaria. Per il monento può considerarsi ancora salvo il Tribunale di Ariano Iprino e ovviamente di Sant'Angelo
dei Lombardi. Ma il pericolo è sempre dietro l'angolo. Al Ministero della Giustizia si continua a ripetere che i decreti sono pronti e che prima o poi dovranno essere esaminati dal consiglio dei Ministri, quindi successivamente dovranno ricevere i pareri obbligatori, ma non vincolanti del Consiglio Superiore della Magistratura e delle commissioni giustizia dei due rami del Parlamento. Ad ogni modo, di fronte alle conseguenze negative che il provvedimento si porterà appresso, sono già cominciate le polemiche e le proteste. L'organismo unitario dell'Avvocatura ha proclamato lo stato di agitazione degli avvovati. Nei giorni 15 e 16 giugno si svolgerà a Roma un'assemblea nazionale per ribadire che non è con i tagli lineari e soprattutto con l'eliminazione dei Tribunali minori, per non parlare di molti uffici del giudice di Pace e di sedi distaccate di Tribunali, che si risolvono i problemi dela Giustizia in Italia. Ad Ariano è previsto per il 18 giugno un'altra manifestazione pubblica. Sul Tribunale gli esperti incaricati dal consiglio forense di redigere uno studio che dimostrasse l'efficienza del tribunale arianese saranno presenti in città. Sarà presente anche il senatore Roberto Centaro, vice-presidenete della Commissioen Giustizia di Palazzo madama, che già in altra occasione ad Ariano ha confermato di volersi battere per la sopravvivenza della cittadella giudiziaria.
Commenta l'articolo