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Alto Calore Patrimonio, la nota dell'ex presidente Fierro. La replica di D'Ercole

Lucio Fierro

"Sono mesi che ragiono su quell’esemplare fallimento politico che sono le reti idriche-colabrodo, nella speranza di smuovere la disattenzione da un problema che tocca direttamente la vivibilità di questa terra, le tasche della gente e la possibilità di opere pubbliche di sicura utilità, anche in funzione occupazionale - così scrive Lucio Fierro, ex presidente dell'Alto Calore Patrimonio -. Mi ero dimenticato dell’ACP, la società gemella dell’ACS, di cui sono stato inutile presidente, perché avevo immaginato che essa fosse stata sciolta e assorbita nell’ACS stessa, come a suo tempo fu deciso.
Ma l’ACP, benché in liquidazione, sta ancora là, ferma ed ancora più inutile: bastavano alcune settimane per scioglierla ed assorbirla, “tal quale” nell’ACS, ma non è avvenuto.
Per anni su questa derelitta società sono scorsi fiumi di inchiostro. Direttori di giornali ne hanno fatto icastico esempio di uno spreco giustificato solo da indennità da distribuire… Io la pensavo diversamente. Per me due società, una per le reti e l’altra per la gestione del servizio, avrebbero potuto aiutare la unificazione della proprietà degli impianti, tuttora divisa tra Regione, ACP, Comuni e che è all’origine della difficoltà di progettare e farsi finanziare interventi anche urgenti. Ma per il senso comune l’ACP era “inutile”; e, benché fosse solo un giudizio sciocco e pregiudiziale, esso era diventato “la verità”. E a questa mi sono piegato. Da tre anni nessuno più ne parla!
La nomina di D’Ercole e Abate, in quanto già Presidente e Vice dell’ACS, come liquidatori doveva rappresentare la svolta - continua fierro - e si era deciso così per rendere spedita l’operazione e per risparmiare una doppia indennità. 
Scopro oggi che per tale incarico i liquidatori, benché già beneficiari di una “sostanziosa” indennità all’ACS, hanno scelto di non seguire il mio cattivo esempio di rinunziare ai compensi e hanno ripristinato l’indennità di carica, e probabilmente l’hanno anche incassata, senza che vi fosse un impegno amministrativo produttivo che lo giustificasse, visto che la società è ancora là. Se le indennità degli amministratori dell’ACP erano uno spreco quando ancora aveva qualcosa da fare, le indennità di D’Ercole e Abate gridano vendetta al cielo. E’ uno scandalo che UDC e PdL consentono; ma lo consente anche un PD immemore. I democratici, pur di eleggere un loro presidente, hanno rifiutato un rinvio che facesse luce sulle cifre “ballerine” del bilancio dell’ACS. Sull’ACP sono rimasti fermi e silenziosi, non hanno fatto nulla per recuperare i tre anni persi.
Capisco che il nuovo Presidente dell’ACS, scelto non solo per la sua inarrivabile competenza ed anche per la familiarità con le massime autorità dello Stato, dedichi i suoi giorni e le sue notti per portare finanziamenti pubblici nelle casse dell’ACS. Gli auguro di farcela, dimostrando di sapere fare meglio di chi, dall’ex senatore De Luca in avanti, lo ha preceduto (anche se non ci vuole molto …). Ma, siccome non ha ritenuto di dimettersi da responsabile degli enti sovracomunali nel PD, mi auguro che tra i viaggi romani e quelli napoletani trovi un minuto di tempo per convocare i sindaci e porre loro la questione di come sbaraccare l’ACP. Sono fiducioso, perché sono convinto che il suo personale disinteresse e quello del PD ce lo dia come liquidatore senza indennità … e senza la tentazione di allungare i tempi per giustificarla" conclude.
Ecco al replica di Franco D’Ercole alle parole di Fierro:
‘’Da tempo evito di dare qualsiasi rilevanza alle farneticazioni di Lucio Fierro ma oggi, leggendo la nota diffamatoria e calunniosa con cui mi attacca, non posso non reagire. E non soltanto sul fronte della informazione, ma anche in sede giudiziaria, dove sarà chiamato a rispondere.
Fierro afferma che non ho portato ancora a conclusione la liquidazione della società Alto Calore Patrimonio perché sarei destinatario di “laute indennità”. Il noto tuttologo di Montella fa un’affermazione falsa e calunniosa per il semplice motivo che NON HO MAI PERCEPITO NEPPURE UN CENTESIMO DALLA  SOCIETA’ PATRIMONIO. Al momento della mia nomina ad amministratore e, successivamente, quando fui nominato liquidatore, ho formalmente dichiarato e verbalizzato che rinunciavo alle indennità. Questo è un elemento noto a tutti, alleati ed avversari ed è certamente noto a chi, come Fierro, sul tema Alto Calore, appare depositario di tutte le verità. 
Quanto ai tempi della liquidazione chiedo a Fierro perché non vi ha provveduto lui al tempo della sua presidenza, visto che ritiene l’atto la cosa più semplice del mondo. Cosa gli ha impedito di estinguere la società, evitando, così, che la stessa, fosse ereditata, insieme alla montagna di debiti ed al personale dipendente, dalla mia gestione? 
Ho già più volte dichiarato di voler lasciare immediatamente la carica di liquidatore, non ho alcuna intenzione di prorogare neppure di un giorno responsabilità che ora debbono essere assunte da altri. Ne ho parlato col presidente De Stefano, col quale ho appuntamento la prossima settimana per definire le modalità con cui procedere’’.

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