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Alto Calore, PdL in crisi: D'Ercole sul punto di dimettersi

D'ERCOLE

Il presidente dell’Alto Calore, Francesco D’Ercole, getta la spugna e manifesta la volontà di dimettersi dal consiglio di amministrazione della società per dissensi nei confronti del suo partito, o meglio di chi in questa fase lo ha gestito. La notizia si è diffusa venerdì sera in occasione della convocazione dell’assemblea, che a fine giugno dovrà approvare il conto consuntivo per l’anno 2012 ed affrontare la discussione sul rinnovo delle cariche sociali. Il consiglio di amministrazione in carica scadrà naturalmente ad agosto, ma D’Ercole intenderebbe andare via prima del tempo perché avrebbe avvertito un senso di disagio nel rappresentare, all’interno dell’Alto Calore, un partito verso il quale si muove con senso fortemente critico. Ha sottolineato che la spaccatura registrata tra Pdl e Udc al comune di Avellino non ha condizionato la tenuta dell’alleanza tra gli stessi partiti che nel Cda dell’Alto Calore hanno continuato a dialogare senza difficoltà, tuttavia la precisazione lascia intravedere che alla base del dissenso ci sia anche la mancata candidatura di Giovanni D’Ercole per la guida del capoluogo e la successiva convergenza su Nicola Battista, che non è riuscito ad andare nemmeno al ballottaggio. D’Ercole ha tenuto a precisare che si sente del Pdl e che resterà nel partito anche in futuro, circoscrivendo la sua posizione di attacco nei confronti della dirigenza. I nomi non detti, ma sottintesi, sono quelli del coordinatore provinciale, senatore Cosimo Sibilia e del suo vice, Generoso Cusano. Insomma nel popolo della libertà il clima è quello della resa dei conti che potrebbe estendersi anche agli alleati dell’Udc qualora il candidato sindaco, Costantino Preziosi, fosse eletto con i voti messi a disposizione dalle liste che non parteciperanno direttamente al ballottaggio e che non si identificano nelle strategie politiche del centrodestra. Da Avellino a Napoli, dove i cinque consiglieri regionali dell’Udc si sono autosospesi perché non hanno gradito il minirimpasto realizzato dal presidente Stefano Caldoro che - secondo loro - avrebbe depotenziato il partito di Casini e De Mita. E su questa base sarà molto difficile trovare l’intesa per la composizione del nuovo consiglio di amministrazione dell’Alto Calore: il tema sarà il tormentone caldo, almeno quello, della prossima estate.

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