Tavola rotonda a Gesualdo dal tema "L'acqua: bene da difendere” nell'ambito della manifestazione Saperi & Sapori. Prenderà parte al dibattito l’idrogeologo Sabino Aquino che in questi ultimi anni si è messo a disposizione dei cittadini per due importanti battaglie: quella contro le trivellazioni petrolifere e quella a tutela delle acque del fiume Calore.
Di seguito un suo intervento proprio sulla salvaguardia delle risorse idriche Irpine da rischi di inquinamento e sovrasfruttamento.
"L’attuale degrado del sistema “acqua” è frutto di una sostanziale inadeguatezza infrastrutturale e programmatica del territorio, oltre che dell’oramai consolidata tendenza di fronteggiare l’emergenza, in assenza di una oculata utilizzazione
delle risorse idriche. L’ incremento dei consumi idrici indotti dall’espansione urbanistica, dal sensibile incremento degli insediamenti industriali e delle attività agricole specializzate, ha comportato, negli ultimi decenni, il crescente bisogno di risorse idriche in termini sia quantitativi che qualitativi. L’esigenza di disporre di adeguati approvvigionamenti idrici è divenuta ancora maggiore in tempi relativamente recenti, non solo a causa del decremento delle cosiddette “precipitazioni efficaci”, cioè quelle utili all’alimentazione delle falde idriche sotterranee, ma anche per effetto dell’incremento degli emungimenti operato sia da privati sia da gestori di impianti, la cui attività è spesso non coordinata è col trascorrere del tempo dannosa per i delicati equilibri idrogeologici. A ciò va aggiunto, il frequente decadimento qualitativo delle acque di falde e di sorgenti che, in non pochi casi, è stato motivo di abbandono della risorsa idrica con notevole danno per la comunità. Infine, il consistente e globale abbassamento della superficie piezometrica delle falde idriche si fa ancora più preoccupante se connesso con la realtà di reti idriche di distribuzione comunali molto fatiscenti che disperdono tra il 40 ed il 50 % dell’acqua prelevata dagli acquiferi. La definizione del bilancio idrico complessivo tra il fabbisogno, i prelievi possibili e la risorsa idrica disponibile, è oramai una necessità non più rinviabile. Ciò al fine di evitare il verificarsi di un sovrasfruttamento degli acquiferi maggiormente utilizzati per scopi idropotabile. L’uso incontrollato delle risorse idriche superficiali e sotterranee comporta il depauperamento irreversibile delle risorse idriche ed in alcuni casi l’esaurimento delle stesse. Tali fenomenologie sono, peraltro, già in atto in talune aree del comprensorio Irpino; basti, a titolo d’esempio, riferirsi a quanto accade lungo le aste idrografiche dei Fiumi Calore, Sele, Ofanto e Sabato che rappresentano i più importanti corsi fluviali della provincia di Avellino. I diffusi prelievi, sotto varie forme, ha notevolmente condizionato l’andamento della subalvea incidendo direttamente sull’alimentazione dei predetti Fiumi che, pertanto, in particolari condizioni climatiche ed in molti tratti, risultano praticamente asciutti o caratterizzati da irrisorie portate in corrivazione. Queste ultime, tra l’altro, derivanti in gran parte dai numerosi scarichi urbani che hanno come ultimo corpo ricettore le predette aste fluviale. Anche le sorgenti, attualmente captate e monitorate, forniscono segnali allarmanti se si analizzano le curve di efflusso dell’ultimo ventennio che mostrano una chiara tendenza all’esaurimento. Il quadro descritto assume toni ancora più allarmanti se si tiene conto delle risultanze emerse dalla disamina delle condizioni di potenziale inquinamento della risorsa idrica, anche in funzione delle caratteristiche di vulnerabilità intrinseca del territorio. In effetti quest’ultimo aspetto non va trascurato visto che soprattutto nell’ultimo ventennio si è avuta una massiccia manipolazione antropica del territorio con notevoli negativi effetti sulla risorsa “acqua” . Alla luce delle risultanze emerse dai vari studi di carattere idrogeologico condotto sulle idrostrutture irpine emerge la necessità oramai non più rinviabile di attuare interventi mirati alla bonifica ed al risanamento dei corpi idrici che sono al disotto dei “requisiti minimi di accettabilità”.
A ciò va anche prevista la individuazione di interventi utili per prevenire il decadimento qualitativo delle acque, attraverso l’imposizione di “vincoli territoriali” che però riescano a conciliare le esigenze territoriali con quelle di utilizzo della risorsa. E’ inoltre, oramai necessaria una ridefinizione delle concessioni di derivazione di acqua, alla luce delle nuove e diverse esigenze idropotabili e in modo da garantire il livello di deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi e tale da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati”. Infine, appare utile inoltre sottolineare che il governo complessivo delle acque nel comprensorio Irpino non può prescindere dalla diffusione di bacini di ritenuta, quali i laghetti collinari o i piccoli invasi, che possono certamente costituire importante riserva aggiuntiva, in un’area morfologicamente articolata. Con la realizzazioni di tali opere, oltre ad assicurare nei mesi estivi l’irrigazione dei terreni a destinazione agricola, si garantirebbe, negli stessi mesi, una fluenza cospicua e continua ai corsi fluviali in modo da ridurre le concentrazioni degli inquinamenti degli scarichi fecali dei comuni che gravitano sui bacini imbriferi, entro gli standars qualitativi, di cui alle normative vigenti".
L'appuntamento con questa giornata a tema di Saperi & Sapori è per domenica 11 agosto: alle ore 17.00 si inaugureranno le mostre ospitate nel complesso architettonico Pisapia – Mattioli. Tali mostre avranno come tema principale proprio “l’acqua” e le sue fontane storiche presenti sul territorio irpino ed in particolare in quello di Gesualdo. Sarà inoltre possibile visitare la mostra “Preta su Pietra” a cura di Officine Fine Art di Todi e quella celebrativa del 400nario della morte del Principe dei Musici Carlo Gesualdo. Alle ore 17.30 nella Sala Convegni di Palazzo Pisapia si terrà il convegno "L'acqua: bene da difendere”.
Commenta l'articolo