Una intera classe dirigente che rischia di finire sul banco degli imputati. L’arrivo di Rosario Cantelmo al vertice della Procura di Avellino sta facendo tremare i palazzi della politica del capoluogo. Sono cinque le inchieste aperte. Inchieste che in alcuni casi coinvolgono 30 anni di presunta mala amministrazione. La madre di tutti i fascicoli è certamente l’ex isochimica. Sui danni causati dalla bomba ecologica di Borgo Ferrovia, ad oggi si contano 11 morti, gli avvisi di garanzia sono 24. I reati ipotizzati vanno dal disastro ambientale al rifiuto di atti d’ufficio. Coinvolta l’intera giunta comunale del 2005, e poi funzionari Asl, amministratori di società, titolari dell’impresa. La fabbrica è sotto sequestro e la custodia è affidata al sindaco Foti e al Governatore Caldoro.
Come per la fabbrica dei veleni, i sigilli sono stati apposti anche per la Dogana. Prima sotto sequestro è finita la storica facciata dell’edificio, poi le strade circostanti. Per la Procura la dogana, diversamente da quanto sostenuto dai tecnici del comune, è a rischio crollo. Anche qui sono scattati avvisi di garanzia per omissione di atti d’ufficio. Non solo, l’obiettivo degli inquirenti è capire come mai il salvataggio e il recupero di una struttura così importante abbia avuto un tale ritardo.
C’è poi la storia infinita dell’ex Cinema Eliseo: da simbolo di cultura a luogo di degrado preda di vandali e balordi. Qui l’inchiesta è partita grazie a numerose denunce. Presso il comune sono stati acquisiti gli atti riguardanti la struttura, in particolari sui lavori eseguiti negli ultimi anni. Al momento non ci sono avvisi di garanzia. Nel frattempo si attende ancora di sapere chi appicco le fiamme il 2 gennaio del 2013 provocando un vasto incendio nella sala proiezioni.
Altra inchiesta in corso è quella su Piazza Castello, nel cuore del centro storico a due passi dal Teatro Carlo Gesualdo. Un cantiere aperto da anni. L’indagine fui avviata nel 2012 dal predecessore di Cantelmo, Di Popolo, quando nel sottosuolo furono ritrovati rifiuti di dubbia provenienza. L’area è stata prima sequestra, poi dissequestrata. Toccherà al comune metterla in sicurezza, ed entro il 19 marzo dovrà essere presentato il piano alla Regione. Alla procura, invece, il compito di scovare chi ha sotterrato rifiuti in una area di alto interesse storico-archeologico.
Infine c’è l’inchiesta sulle questioni che riguardano l’urbanistica e i cantieri fermi. La Procura sta passando al setaccio 30 anni di piani, concessioni, autorizzazioni e licenze. Tutte quelle licenziate dal comune sulla base della legge Galasso del 1985 che introdusse una serie di tutele sui beni paesaggistici e ambientali, come quella di non costruire a ridosso di fiumi e torrenti. Sotto la lente d’ingrandimento ci sono decine di opere, come decine sono gli indagati.
Insomma una mole di carte, documenti e fascicoli che potrebbero riscrivere la storia di questi anni della città capoluogo. Cantelmo tira dritto per la sua strada, al momento gode del sostegno della città. Ma nei palazzi la paura cresce giorno dopo giorno.
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