‘’Raika’’, come la bevanda alcolica tipica dei balcani e della bulgaria. Questo il nome dato dalla Guardia di Finanza all’operazione messa a segno contro un gruppo di stranieri accusati di avere creato un’associazione a delinquere attiva nel commercio delle sigarette di contrabbando. Non solo, la stessa associazione è finita nel mirino delle fiamme gialle anche per truffa aggravata attraverso l’immatricolazione di auto con targa estera.
Cinque i cittadini bulgari, residenti tra Avellino e Monteforte, finiti in carcere. Con loro, ai domiciliari, due cittadini campani.
L’associazione, dunque, operava su due fronti. Quello classico del commercio di sigarette di contrabbando, fenomeno in ascesa (nel caso specifico di marca Marlboro). E poi quello più ingegnoso dell'immatricolazione di auto con targa estera. Il meccanismo era arguto ed efficace. E funzionava così: il proprietario italiano di un’auto si rivolgeva ai bulgari che dietro compenso di 1000, 1500 euro cancellavano la vettura dal Pra che così veniva formalmente destinata all’esportazione. Una volta in Bulgaria, l’auto veniva reimmatricolata, assicurata in loco e intestata ad un prestanome locale. L’auto poi tornava in Italia nelle mani del legittimo proprietario ma con i documenti bulgari. Risultato? Niente bollo auto, assicurazione a prezzi vantaggiosi, eventuali multe a carico del prestanome. Ovviamente, oltre agli autori della truffa, sono stati denunciati anche i proprietari delle auto che si sono prestati al gioco, ne sono stati scovati 34.
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