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Cronaca

Omicidio Gioia, Elena e Giovanni alla sbarra: al via il processo

Si sono ritrovati una di fronte all'altro, dietro le sbarre, nelle due gabbie poste ai lati dell'aula di Corte d'Assise del Tribunale di Avellino. Elena Gioia e Giovanni Limata, accusati dell'omicidio di Aldo Gioia, padre di lei, ucciso a coltellate il 23 aprile scorso nella casa di famiglia in Corso Vittorio Emanuele. Ai due giovani, lei 18 anni, lui 23, sono contestati i reati di omicidio in concorso con l'aggravante della premeditazione nei confronti di un familiare; rischiano decenni di carcere.Questa mattina la prima udienza.

Fabio Russo e Kaplana Marra, legali di Giovanni, hanno chiesto una perizia psichiatrica per il loro assistito. Quella di parte, già effettuata, certifica il ragazzo come affetto da disturbo delirante, incapace di intendere e di volere. Fu lui, in accordo e con la complicità della fidanzata, a entrare in casa e a sferrare una quindicina di fendenti contro Aldo Gioia.

Per Elena la difesa si è riservata di chiedere una consulenza che accerti patologie pregersse ed, eventualmente, anche l'incapacità di intendere e volere.Il pm e le parti hanno depositato anche la lista dei testimoni: davanti al giudice Lucio Galeota e alla giuria popolare sfileranno consulenti, medici, familiari, ma anche amiche e professoresse di Elena.

In aula presente la madre di Elena, vedova di Aldo, Liana Ferrajolo e i fratelli della vittima che, assistiti da Barbara Cesta, si sono costituiti parte civile nei confronti di entrambi gli imputati. Con la costituzione delle parti, la prima udienza si è chiusa. La prossima si terrà il 24 ottobre.

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