Alexis Tsipras è il nuovo Premier Greco. La Speranza ha vinto. Dopo anni di intenso lavoro politico SYRIZA ottiene, dal suo iniziale 3.3% del 2004, il 36,34% dei consensi. Un partito di sinistra, che in Grecia non ha mai scardinato l’alternanza dei Socialisti e Conservatori, ha raggiunto un risultato straordinario che per poche migliaia di voti non consente il traguardo della maggioranza assoluta. In molti rimarranno sbalorditi da questi dati ma tutt’altra aria tirava in Grecia nei mesi precedenti. Tsipras ha salutato questo dato come ‘’ un passaggio storico ‘’ per la Grecia (nulla da eccepire) ma per molti cittadini ellenici era un fatto scontato, un passaggio quasi naturale. Questo lo posso testimoniare in via diretta in quanto da quasi un anno e mezzo vivo in Grecia, precisamente a Glyfada, una città il doppio di Avellino che dista 20 minuti da Atene e che mi ha offerto una straordinaria finestra da cui osservare i mutamenti politici, culturali e sociali, durante le varie elezioni (europee, comunali, perifèria e l’inizio della campagna elettorale per le politiche appena conclusesi), di un Paese che ha concesso una chance ad Alexis Tsipras. Perché di chance stiamo parlando in quanto i Greci dopo 40 anni di PASOK e NEA DEMOCRATIA e il palese immobilismo politico, non intendono essere più soggetti passivi ma ferventi attori del proprio presente. Ma ritorniamo a SYRIZA, perché ha avuto questa chance?
Ricordo che durante le Europee, in un clima che già consacrava Tsipras come futuro Premier, vicino casa c’era un gazebo permanente di SYRIZA con accanto tante altre strutture dove molti giovani e militanti cercavano di volantinarti il proprio programma politico. Ecco, in questa occasione ho conosciuto Tasos, un giovane che mi ha spiegato perché SYRIZA aveva le carte in regola per assurgere a primo partito tra i tanti. Mi ha raccontato come a Glyfada i socialisti del PASOK avevano distrutto il terreno politico sul quale strutturare un ragionamento comunale serio e che inevitabilmente si sarebbe perso, ma allo stesso tempo di come si attendeva un grande risultato politico alle Europee e alle elezioni delle Perifèria (realtà simili alle nostre Provincie). Nei modi e nelle parole del giovane attivista non vedevo la classica espressione di speranza o di tensione al sogno (come spesso molti di noi intimamente speravano durante le tornate elettorali) ma notavo la certezza del risultato, la sicurezza che attorno al progetto politico di SYRIZA stava nascendo qualcosa che aveva in se la linfa del cambiamento. Quindi, in tutta onestà, questa meraviglia nel vedere Tsipras Premier non l’ho avuta, in quanto per strada si toccavano già con mano quei presupposti che lo avrebbero portato al Palazzo in piazza Syntagma. Infatti a suffragare queste tesi sono stati i primi risultati della Perifèria dell’Attica (tra le più popolose della Grecia) dove Rena Dourou ha vinto al ballottaggio con il candidato del PASOK e ovviamente l’entrata con percentuali straordinarie di SYRIZA nel Parlamento Europeo. Tasos aveva visto giusto e con un prospetto limpido e definito mi aveva confermato le sue sensazioni. Ricordo che durante le tappe obbligate a Syntagma tra un kouluraki e un giro nella piazza era facile che imbattersi in qualche corteo. Infatti era Settembre e mi ritrovai a parlare con Michalis, un operaio che lavora nella società dei trasporti ellenici, che fortunatamente parlava un discreto italiano. Lui mi ha raccontato come da certo sostenitore di Nea Democratia sia passato a seguire Tsipras, perché ‘’Alexis parla del mio malessere mentre Samaras sacrifica i miei 21 anni di lavoro davanti alla BCE’’. Un altro dato importante, che segnava l’imminente ascesa di Tsipras, me lo ha fornito Eleni: una ragazza disillusa dalla politica che incontrai nella metro. Anche lei aveva messo sullo stesso livello ogni tipologia di politico perché ‘tutti uguali‘. Anche Tsipras rientrava in questa sua categoria, ma con la differenza che ‘’sono passati tanti Politici negli ultimi anni, ma Alexis è l’unico che con la stessa passione di otto anni fa lotta per chiunque, anche per lei. Per questo lo ho votato alle ultime elezioni ‘’. Queste alcune delle testimonianze che ho raccolto in Grecia e che mi hanno convinto della sicura vittoria del progetto di SYRIZA .
Ritornando a Tasos, ricordo che mi fece una domanda a bruciapelo sulla questione italiana. Mi chiedeva come mai noi, nonostante la nostra tradizione di sinistra popolare e di partito, ancora non fossimo riusciti a creare un incubatore politico tale da poter emulare l’esperienza ellenica. In quel momento mi trovai in difficoltà e non potei far altro che abbozzare questa sorta di giustificazione: “Non siamo stati abbastanza coraggiosi da guardare al futuro di un progetto politico, ma solo al presente delle elezioni‘’.
Progetto a lungo termine. Un problema italiano. Il sottoscritto ha esultato al trionfo di SY.RIZ.A e di Tsipras ma sembra quasi un paradosso che in Italia per raggiungere la piena soddisfazione politica si debba guardare all’estero. Sembra facile dire “fare come in Grecia”, ma siamo pronti? E, soprattutto, siamo capaci?
SYRIZA, a detta dei compagni greci con cui ho parlato, ha rappresentato un percorso lungo di partecipazione e di fiducia dove realmente l’obiettivo unico era far accrescere il partito non per eleggere (almeno non solo) ma per costruire uno spazio condiviso di idee e di persone, un laboratorio politico permanente che partiva dal basso, accoglieva una grande maggioranza e la sintetizzava con le istanze verso l’alto.
Accanto a questo ho notato anche un altro dato che, a parer mio, rappresenta il volano, il valore aggiunto al discorso precedente: un esercito di giovani ‘armati’ da tante buone idee. Nelle manifestazioni e nelle sezioni, i principali attori politici erano ragazzi. Giovani che hanno sposato il progetto di unificare la sinistra sin dai tempi del Synaspismòs di Tsipras. Quell’aprirsi alle nuove generazioni che aveva visto lo stesso Alexis Tsipras imporsi come leader del futuro partito che avrebbe governato la Grecia, ha funzionato in modo impeccabile sortendo effetti straordinari. Per questo mi domando quando leggo di eventuali esperimenti di unificazione della sinistra italiana, se realmente c’è questa volontà oppure resta solo propaganda. Perché imitare SYRIZA significa praticare quanto ho visto: un percorso difficile ma possibile dove ognuno contribuisce e non accampa pretese, dove il concetto di Sinistra diviene patrimonio comune e il popolo rivede se stesso nelle istanze che si promuovono. Questo ha fatto Tsipras: porre la realtà della Troika e della condizione sociale greca come base di partenza del progetto SYRIZA per chiedere uno sforzo comune alla popolazione, per cambiare lo status quo. Tsipras è riuscito a convincere nonostante non abbia venduto nulla a nessuno. Alexis ha solo adoperato il vocabolario del popolo, ha parlato la lingua della crisi e con costanza ha dato risposte e, come abbiamo visto, ha avuto un seguito collettivo. Tsipras ha avuto coraggio, ha lavorato ed ha vinto. Stessa cosa dovrebbe valere per l’Italia. Si dovrebbe mirare a una costituente responsabile che non ambisca solo a raccogliere una schiera di rappresentanti nazionali (accontentando i politicanti di turno). Bisognerebbe pensare ad un percorso duraturo e collettivizzante di idee, passioni e persone. Strutturare un percorso responsabile che diventi nel medio-lungo periodo un progetto di massa come lo è stato SYRIZA in questo momento storico.
Ad Omonia si cantava Bella Ciao. In quella piazza pulsava la sensazione dell’imminente libertà, della riappropriazione della propria indipendenza dalla Troika e della riscossa di un popolo oppresso da anni di umiliazioni. E’ stato un momento particolarmente toccante per me. Il mio amico Nìkolas, che era in piazza quella sera, mi diceva entusiasta: “Abbiamo preso la vostra canzone”.
Quella canzone non ha un’appartenenza, è di appartenenza a tutte le lotte, le riscosse e le rivincite dei popoli contro un’oppressione. È una canzone che cementifica le collettività e che ha trovato una sua realtà in Grecia e in SYRIZA. Magari, con qualche sforzo, anche noi saremo in grado nuovamente di cantare ‘Bella Ciao‘ con la stessa passione che il 23 gennaio permeava gli animi dei cittadini greci.
Alessio De Luca, nato a Quadrelle, in provincia di Avellino, da un anno e mezzo vive in Grecia
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