La BIT (Borsa Internazionale del Turismo) di Milano è una fiera annuale dedicata al settore turistico. È un evento importante a livello internazionale, dove professionisti del turismo (operatori, agenzie di viaggio, tour operator, enti pubblici e privati) si incontrano per fare networking, scoprire le novità del settore e promuovere destinazioni turistiche. La fiera offre anche spazi per incontri B2B e presentazioni di tendenze e innovazioni nel mondo del turismo. L’incontro con Antonio De Luca è avvenuto nel padiglione dedicato alla nostra regione: la Campania. Antonio, laureato in materie economiche e turistiche presso l’Università di Benevento, ha deciso di specializzarsi e fare anche un Master, un vero professionista del settore, che mi ha raccontato la sua esperienza.
Si è conclusa qualche giorno fa la BIT, fieramente hai partecipato portando un pezzo di Irpinia con te nello stand Campania Divina, parlami dell'esperienza.
“Sono tornato alla BIT dopo molti anni e questa volta da operatore. Sento di ringraziare UnionCamere Campania che ha voluto coinvolgere me ed altri cinque produttori di tutta la Regione in questa esperienza. È dallo scorso autunno che siamo impegnati nell’ideazione di quella che si può definire una vera e propria esperienza turistica che ha al centro la creazione di questo prodotto eccezionale: il torrone. È stato molto significativo e fonte di attrazione per lo stand, portare la nostra attrezzatura per la produzione “espressa” e per la degustazione del Torrone Caldo di Grottaminarda. Il torrone caldo è parte della nostra experience, un prodotto che identifica il nostro territorio Irpino, non dimentichiamo quanto antico sia questo prodotto, un vero e proprio patrimonio da custodire e tramandare e perché no, innovare ma sempre nel rispetto delle tradizioni. La nostra proposta, presentata in rete ed in collaborazione con altre organizzazioni, tra cui soprattutto Living Irpinia, con la degustazione di prodotti, la proiezione di un video emozionale, ha suscitato grande curiosità ed interesse. Sono stati presi contatti con piccoli tour operator di nicchia, guide turistiche ed agenzie. Infine, la nostra nuova proposta del torrone caldo per il food service già è stata richiesta a partire da aprile in un Relais in Toscana. Questo deve essere un chiaro segnale di quanto possiamo essere attrattivi.”
Ci sono altre fiere del settore turistico a cui hai intenzione di partecipare?
“Si, assolutamente. Tutto nasce un paio di anni fa alla BTM di Napoli, per intuizione dell’allora Assessore al Commercio del nostro Comune Doralda Petrillo. Proveremo senza dubbio ad essere presenti anche alla prossima edizione della BMT, così come teniamo alla nostra collaborazione con RETE DESTINAZIONE SUD e alla fiera “Open Outdoor Expercience” di Paestum a cui abbiamo partecipato nel 2023 e nel 2024. Sarebbe invece molto ambizioso e bello poter presentare una proposta concreta al prossimo TTG di Rimini, ma c’è ancora molto lavoro da svolgere.”
Il torrone come biglietto da visita della nostra verde Irpinia, quali sensazioni esprimono le persone al primo assaggio?
“Noi cerchiamo di “vincere facile”. L’esperienza del torrone caldo è parte di una produzione di un prodotto che inizia dal laboratorio e che poi viene completata davanti agli occhi di chi è in attesa di questo assaggio di vera e propria felicità. La maggior parte delle persone rimane meravigliata, non sono abituati a questo tipo di prodotto, alla consistenza. Mi rende orgoglioso ricordare che in occasione del passaggio della “Milano\Taranto” siamo stati riconosciuti e premiati come miglior punto di ristoro. La preparazione del torrone caldo si può considerare un vero e proprio show cooking, oggi collaboro moltissimo anche con il settore del wedding, siamo una vera e propria attrazione per gli ospiti degli sposi che ci scelgono per impreziosire ancora di più il momento dei dolci. In generale il Torrone Irpino risulta molto apprezzato. Ma tante persone ancora non conoscono questa tradizione. La tradizione del torrone è un ulteriore elemento di differenziazione rispetto ad altri territori, sono richiestissime le esperienze enogastronomiche. Abbiamo un gran potenziale, bisognerebbe comprenderlo.”
Non siamo solo cibo, quale pensi sia una strategia per attirare i turisti nella nostra verde terra?
“L’Irpinia ha tantissime attrattive oltre a quella enogastronomica, siamo una zona verde, l’ambiente è pulito e l’aria buona, abbiamo bellissimi siti religiosi, castelli antichissimi purtroppo, mi duole dirlo, spesso chiusi, tanta cultura e tradizioni. Ci sarebbe la possibilità di creare un’offerta turistica completa. I dati non sono a nostro favore, nonostante tutti gli investimenti fatti, non siamo menzionati tra le destinazioni turistiche del sud. È un dispiacere se si pensa alla crescita davvero impressionante che sta avendo il “green tourism o eco tourism”, il turismo lento, saremmo il posto perfetto per concedere alle persone di rallentare. Cosa fare dunque? A mio avviso bisognerebbe mettere insieme le idee, creare una vera e propria mappa di quella che è l’Irpinia evidenziando i punti di interesse, pubblico e privato dovrebbero collaborare, i primi impegnandosi nella promozione dei territori, i secondi avendo coraggio di investire in aziende di taglio turistico. Le infrastrutture sono fondamentali, dove ci sono, bisogna potenziarle, dove mancano, lavorare per creare i collegamenti.”
Antonio, l’ultima domanda per te: Il ruolo della politica, cosa manca all’Irpinia per diventare una meta turistica?
“Ripeto, l’Irpinia come tante altre aree interne italiane non è un vero e proprio territorio turistico ma è sicuramente affascinante, da vedere. È fondamentale diventare sempre più consapevoli che il turismo è un settore in forte sviluppo, l’unico davvero resiliente e in costante e continua crescita. Sarebbe sana l’ambizione di poter cambiare il corso del nostro sviluppo territoriale non per vivere solo ed esclusivamente di turismo, quanto meno essere aperti anche a questo tipo di economia che farebbe bene al territorio tutto. La politica, come sempre, dovrebbe creare la cornice giusta e collaborare col tessuto imprenditoriale, spesso si verifica che gli interessi vadano in conflitto tra le parti. La politica però ha un dovere, un compito cruciale e riguarda sicuramente la logistica, sono stati eletti per gestire tale compito. Oggi per favorire la creazione di una DMO che funzioni, bisognerebbe inserire nel processo decisionale operatori e professionisti del nostro territorio, che conoscono bene il contesto di riferimento e che siano conosciuti e rispettati a livello locale da partner pubblici e privati, oltre ad avere i giusti contatti a livello Nazionale. Devo segnalare che raramente la parte produttiva e privata viene coinvolta a livello decisionale, si preferiscono nomi di spessore che però non hanno portato nessun risultato concreto, ciò rallenta molto il processo, diciamo che c’è davvero tanto da fare, da irpino tenace però, non mi arrendo e ci credo.”
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