Tenere separati il dato sportivo da quello umano, personale, che rientra nel privato dei singoli giocatori è doveroso, ma altrettanto difficile. E così la tragedia che ha colpito Joe Ragland, il play della Sidigas, non è passata sotto silenzio, non solo per via del rumore che ha fatto la notizia in sé, ma anche per via delle conseguenze che l’evento potrebbe avere sulla disputa ormai imminente dei playoff. Il fratello minore del cestista biancoverde è morto in circostanze ancora da chiarire. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport potrebbe essere rimasto coinvolto in una sparatoria, ma la notizia non è stata ancora confermata da fonti ufficiali. Di fatto il giovanissimo fratello di Joe Ragland, Shawn, ha perso la vita due giorni fa anche se solo ieri è stata data notizia al fratello, che ovviamente ha deciso di volare negli Stati Uniti per stare accanto ai familiari e tributargli l’ultimo saluto. La società ha reso nota la vicenda attraverso un comunicato sulla propria pagina ufficiale, ed ora attende le determinazioni del giocatore in merito alla partenza ed al ritorno in Italia. Venerdì, lo ricordiamo, c’è il primo atto dei playoff, ed è ovvio che il club irpino ci tiene a riavere in campo il suo giocatore più rappresentativo. Certo è che appare complicato almeno pensare alla logistica di un viaggio che comporterebbe il doppio cambio di fuso orario, e soprattutto l’impossibilità ad allenarsi sino al giorno del match, e ritenere possibile poi di vedere Ragland, peraltro minato dai fatti anche sotto il profilo psicologico, al cento per cento in campo contro Reggio Emilia. Un evento dunque, che, come detto, incide in modo davvero devastante sia sul piano umano, che su quello sportivo.
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