L’esofago di Barret si può trattare al Sant’Ottone Frangipane. Dal mese in corso, presso l’unità operativa di ‘Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva’ è stata attivata la procedura per il trattamento endoscopico radicale di tale disturbo. Questo dà ancor più valenza alla nuova possibilità di cura offerta dal nosocomio arianese, unico centro in Italia Meridionale, e fra i cinque a livello nazionale. Il primario del reparto, il dottor Luigi Pasquale, e i medici della sua equipe Aristide Morante, Luigi Martorelli, Antonio Cozzolino, con la collaborazione degli anestesisti coordinati dalla dottoressa Raffa, hanno eseguito la prima operazione proprio ieri sottoponendo due pazienti, affetti da tale disturbo, a termo – ablazione con radiofrequenze. “L’evidenza scientifica – afferma Luigi Pasquale che spiega l’importanza di monitorare e trattare l’esofago di Barret– ha dimostrato come tale lesione sia una condizione di rischio per lo sviluppo dell’adenocarcinoma esofageo, al punto da essere considerata una lesione precancerosa. Un trattamento, quindi, che costituisce un ulteriore passo in avanti nella prevenzione del cancro dell’esofago”. Al Sant’Ottone si stanno consolidando le prestazioni sanitarie di qualità. “Ciò non solo sottolinea la valenza del primario Pasquale e della sua equipe – commenta il direttore del nosocomio, Oto Savino – ma danno credito a tutta la struttura arianese”.