Parte anche da Ariano Irpino , attraverso una raccolta di firme e il sit-in nel centro storico, la protesta per indurre il Governo a non applicare l’Imu (imposta municipale unica) sui fabbricati rurali. La Confederazione Italiana Agricoltori ritiene, infatti, assolutamente sbagliata una tassa che va a colpire strutture destinate alla produzione, per di più in un settore che è già in estrema sofferenza per la crisi economica e per l’ultima nevicata. La raccolta di firme, dopo Ariano, si estenderà a Montecalvo, Grottaminarda, Lioni, Baiano, Caposele, Calitri, Montella e Vallo Lauro.
Tassare la produzione agricola con un’imposta su stalle, essiccatoi, depositi, locali di accoglienza agrituristica, fienili, serre, punti vendita di prodotti agricoli, oltre che sulla casa, è un ulteriore ed insostenibile costo per l’agricoltura, sostengono i promotori dell’iniziativa.
La Cia di Avellino ha calcolato l’impatto della nuova imposta addizionata all’Irpef sul reddito dell’impresa agricola, mettendo a confronto l’anno 2011 (senza Imu) e l’anno 2012 (con Imu).
Solo per fare degli esempi, le percentuali d’incremento dell’imposizione fiscale vanno dal 143% al 3.038% di ciò che si è pagato nel corso del 2011. In cifre assolute si va da un minimo di 112 euro per il 2012 (46 euro nel 2011) ai 1.240 euro (43 nel 2011) per un agriturismo e ai 2.133 euro (120 nel 2011) per un’azienda zootecnica provvista di mini-caseificio.
Una vera e propria patrimoniale, applicata però a strutture che servono per la produzione. La Cia sta conducendo, in questi giorni e prima della scadenza di giugno, una battaglia per la revisione del provvedimento e fa appello ai Comuni affinché nei regolamenti attuativi si tenga conto dei gravi effetti che la nuova imposta produrrebbe sulla stessa sopravvivenza delle aziende e del lavoro agricolo.








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