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Oro nero in Irpinia? Le trivelle fanno paura: al via la mobilitazione di movimenti e associazioni

trivella

Carotaggi, sondaggi, trivellazioni. Questa volta non servirebbero a cercare le condizioni adatte per costruirci una discarica o una centrale elettrica, bensì per trovare il petrolio.
Il Ministero per lo Sviluppo Economico sta infatti accelerando sulla ricerca dell’oro nero. E tra le zone interessate c’è anche l’Irpinia, in particolare l’Alta Irpinia e l’area del Calaggio. Sul sito del dicastero, alla voce ''direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche'', c’è l’elenco delle aree dove è possibile ottenere permessi di ricerca in terraferma. Per la Campania sono tre le zone individuate: Monte la Rossa, Santacroce e Nusco. Il riferimento non è solo ai singoli comuni, ma anche a tutto il territorio circostante. Quindi, oltre al comune altirpino, le trivelle potrebbero arrivare in tutto il Calaggio, per spingersi fino alla media valle del calore, Mirabella, Grottaminarda e comuni limitrofi. Si tratta di circa 700 chilometri quadrati che arrivano a coinvolgere anche la provincia di Benevento, nei pressi del comune di Apice. La scadenza del permesso di ricerca è fissata per il 21 ottobre 2016. Per la nostra provincia è stato attribuito all’Italmin exploration srl. 
La storia del petrolio in Irpinia viene da lontano. Ricerche vennero fatte già negli anni 50 e poi negli anni 70. Oggi l’ipotesi ritorna. E con esse anche la mobilitazione di associazioni e ambientalisti, che temono pericoli per il territorio, in particolare in una zona ad alto rischio sismico.
Poteste in arrivo
Harambee - Movimento per i Beni Comuni è stato contattato privatamente dal Movimento No Petrolio del Vallo di Diano.
Nel primo messaggio indirizzato al portavoce di Harambee Fabrizio Procopio, pubblicato sul sito dell'associazione, si legge: "Siamo del comitato No al petrolio nel Vallo di Diano. Stiamo cercando di creare un comitato interregionale di cittadini che si oppongono alle trivellazioni sul proprio territorio. Siamo in contatto con vari movimenti della Basilicata. Abbiamo visto che il vostro territorio è sottoposto a una ricerca di idrocarburi su un'area di circa 700 kmq. Noi siamo riusciti per ora a scongiurare il pericolo qui, ma stiamo allerta e vorremmo coordinarci con voi, per un comitato campano"
Il portavoce Procopio, accertata la veridicità della notizia e dopo una riunione con gli altri esponenti di Harambee, dichiara:
"Se questa cosa procede sarebbe la più grande sciagura che potrebbe capitarci. Lo sappiano gli irpini: gli indennizzi dei terreni sono irrisori, e le conseguenze sul territorio e sulla salute dei suoi cittadini inimmaginabili. Il numero di posti di lavoro prodotto è risibile. Siamo sulla mappa del vento uno dei posti più redditizi per le energie alternative, e cioè per il futuro. Come in Valle di Diano, dove pare abbiano avuto successo, percorreremo tutte le strade per fermare lo sfruttamento di questo pezzo di terra dove viviamo . Ma non per un sentimento di proprietà o di appartenenza della terra. Il sentimento che ci anima è di amore verso la terra, qualunque essa sia, anche di quella che non abitiamo. Siccome viviamo qui, è qui che ci muoviamo per dare il nostro migliore contributo per la salvaguardia dell'ambiente e soprattutto affinché l'Irpinia non sia protagonista di un regresso energetico che avvantaggi la parte più conservatrice e medioevale dell'economia globale e cioè le multinazionali del petrolio, gente senza scrupoli che ha dimostrato nel tempo di saper fare di tutto quando si tratta di raggiungere i propri scopi. Presto passeremo al Consiglio di Stato restando in contatto con gli altri movimenti. Fortunatamente qui abbiamo Harambee. I signori del petrolio non ci troveranno distratti. L'imboscata probabilmente è fallita."

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